Regina
Serpe: (sospirando):
-
Lasciamo
andare!
E
tu, Robetto, che hai avuto da fare?
Robetto: - Alla mugnaia il mal di petto
Ho curato
con l’Amor Perfetto…
Dite,
che altro potevo fare?
La
potevo forse abbandonare?
Regina
Serpe
(ride
scuotendo il capo):
-
Anche
Robetto non è più un bambino
Ormai
è proprio un ragazzino!
(La Regina aspetta che tutti si siano alzati, poi dà il via al movimento
ritmico, e comincia il Rap):
IL
RAP DI REGINA SERPE
Venite qui mie
care
Venite ad
ascoltare
Che da Regina
Serpe – potete – imparare!
Io so come si cura
– un bel – mal di pancia
Non abbiate paura
– di qualche - streganza!
La magia alle fate
- potete -lasciare
Da sempre con le
erbe – sappiamo – curare!
La Luna è nostra
Madre – il Sole – un nemico
Perché dobbiam
nasconderci – anche all’amico!
Tutti: - Noi siamo la Congrega
Del folto del bosco…
(Il rap si interrompe all’arrivo
precipitoso di Brufola, affannata. Tutti la guardano e la ascoltano con aria
preoccupata)
Brufola: - Presto,
presto, Madre mia!
Qui occorre fuggir via!
I villani ci hanno
incolpato
Perché il grano ha
scarseggiato!
Come posson dimenticare
Che è da noi che si fan
curare?
Stanno arrivando per
darci la caccia!
Renderei loro pan per
focaccia!
(Tutti, commentando preoccupati, si
stringono attorno alle due streghe):
Regina
Serpe:
-
Calma,
bambina, riprendi fiato!
E
dov’è il tesoro che ti ho affidato?
Brufola: - Quello in salvo è di già
L’ho
spedito lontan da qua:
Ne ho
fatto un programma, proprio speciale,
che è nel
computer di Natale!
A ben
mille anni da questo giorno…
Non è
certo qui intorno!
Regina
Serpe: - Son contenta, per
Giunone!
L’hai salvato con un nome?
Brufola
(imbarazzata): -- … una fata m’ha aiutato…
ma
io… un nome non l’ho dato!
Regina
Serpe: -
Lo
puoi ancora ripescare?
Brufola: - Be’, ci posso
almen provare…
Regina
Serpe: -
Noi
fuggiremo per monti e per valli
Più veloci
dei cavalli,
Tu, di’
alla fata che ti deve aiutare:
Da Natalino
ti deve mandare!
(Tutti scappano. Brufola si china e parla
con qualcuno di troppo piccolo per essere visto
dal pubblico: potrebbe esserci un cespuglio o anche un masso che segna il
punto):
Brufola:
- Amica bella, or
tocca te!
Io sono
alla tua mercé!
(B. finge di ascoltare un momento, poi
annuisce e fugge anche lei. Subito, dalla comune, in fila indiana, irrompono a
passo “Ridolini”, i Cacciatori di Streghe. Nell’ordine, sono: Pipin, Giuan,
Carlin e Tonio. Si muovono svelti, ritmicamente, mimando con enfasi le proprie
emozioni e le proprie parole. A capofila si alternano i primi tre, quando
devono parlare. Chi segue, ripete i gesti del primo, che li guida in un
percorso a serpentina e del tutto casuale, come nel gioco di “Seguire il Capo”.
Quando tocca a Tonio la farandola si forma un attimo, mentre lui urla da
tontolone e gli altri lo zittiscono in coro, minacciosamente):
IL
RAP DEI CACCIATORI
Tutti: Quelle stregacce – sono scappate
Noi non le abbiamo
– ancora trovate!
Il nostro raccolto
- ha scarseggiato
Certo ce l’hanno -
affatturato!
Tonio: - Ma non è piovuto troppo poco?!
Tutti: - Zitto tu!
Pipin: Il mio muletto – han fatto scappare
Ora non posso –
più lavorare!
Che dirà mai - il
mio Signore
Se passo in ozio –
un sacco di ore?!
Tonio: - Ma non avevi dimenticato di legarlo?!
Tutti: - Zitto tu!
Giuan: - Ho un
orticello – picciol piccino
E ci tenevo – come
a un bambino
Quelle stregacce –
l’han fatto seccare
Io gli e la devo –
fare pagare!
Tonio: - Ma se dimenticavi
sempre di annaffiarlo!
Tutti: - Zitto tu!
Carlin: - Il mio buon cane –
che andava a caccia
L’ha fatto sparire
– qualche stregaccia!
Ora son solo – non
so cosa fare,
Certo che a caccia
- non posso più andare!
Tonio: - Ma se non ti
ricordavi neanche di riempirgli la ciotola!
Tutti (inseguendolo fino a uscire di scena,
picchiandolo sulla schiena curva):
-
Zitto
tu! Zitto tu! Zitto tu!
FINE I TEMPO
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