mercoledì 27 marzo 2019

IL TESORO PERDUTO DELLE STREGHE - continuazione 1°Atto


Regina Serpe: (sospirando):

-          Lasciamo andare!

E tu, Robetto, che hai avuto da fare?

Robetto:                 -     Alla mugnaia il mal di petto

                                      Ho curato con l’Amor Perfetto…

                                       Dite, che altro potevo fare?

                                       La potevo forse abbandonare?

Regina Serpe (ride scuotendo il capo):

-          Anche Robetto non è più un bambino

Ormai è proprio un ragazzino!

(La Regina aspetta che tutti  si siano alzati, poi dà il via al movimento ritmico, e comincia il Rap):

IL RAP DI REGINA SERPE

Venite qui mie care

Venite ad ascoltare

Che da Regina Serpe – potete – imparare!

Io so come si cura – un bel – mal di pancia

Non abbiate paura – di qualche - streganza!

La magia alle fate - potete -lasciare

Da sempre con le erbe – sappiamo – curare!

La Luna è nostra Madre – il Sole – un nemico

Perché dobbiam nasconderci – anche all’amico!

Tutti:                                        - Noi siamo la Congrega

                                                   Del folto del bosco…

(Il rap si interrompe all’arrivo precipitoso di Brufola, affannata. Tutti la guardano e la ascoltano con aria preoccupata)


Brufola:       - Presto, presto, Madre mia!

                        Qui occorre fuggir via!

                        I villani ci hanno incolpato

                        Perché il grano ha scarseggiato!

                        Come posson dimenticare

                        Che è da noi che si fan curare?

                        Stanno arrivando per darci la caccia!

                        Renderei loro pan per focaccia!

(Tutti, commentando preoccupati, si stringono attorno alle due streghe):

Regina Serpe
-         Calma, bambina, riprendi fiato!

E dov’è il tesoro che ti ho affidato?

Brufola:                 -      Quello in salvo è di già

                                      L’ho spedito lontan da qua:

                                      Ne ho fatto un programma, proprio speciale,

                                      che è nel computer di Natale!

                                      A ben mille anni da questo giorno…

                                      Non è certo qui intorno!

Regina Serpe:        -     Son contenta, per Giunone!

 L’hai salvato con un nome?

Brufola (imbarazzata):   --     … una fata m’ha aiutato…

ma io… un nome non l’ho dato!

Regina Serpe:         -  Lo puoi ancora ripescare?

Brufola:                   -  Be’, ci posso almen provare…

Regina Serpe:         -   Noi fuggiremo per monti e per valli

                                     Più veloci dei cavalli,

                                     Tu, di’ alla fata che ti deve aiutare:

                                      Da Natalino ti deve mandare!
(Tutti scappano. Brufola si china e parla con qualcuno di troppo piccolo per essere visto dal pubblico: potrebbe esserci un cespuglio o anche un masso che segna il punto):

Brufola:                    -  Amica bella, or tocca te!

                                      Io sono alla tua mercé!
(B. finge di ascoltare un momento, poi annuisce e fugge anche lei. Subito, dalla comune, in fila indiana, irrompono a passo “Ridolini”, i Cacciatori di Streghe. Nell’ordine, sono: Pipin, Giuan, Carlin e Tonio. Si muovono svelti, ritmicamente, mimando con enfasi le proprie emozioni e le proprie parole. A capofila si alternano i primi tre, quando devono parlare. Chi segue, ripete i gesti del primo, che li guida in un percorso a serpentina e del tutto casuale, come nel gioco di “Seguire il Capo”. Quando tocca a Tonio la farandola si forma un attimo, mentre lui urla da tontolone e gli altri lo zittiscono in coro, minacciosamente):


IL RAP DEI CACCIATORI


Tutti: Quelle stregacce – sono scappate
Noi non le abbiamo – ancora trovate!
Il nostro raccolto - ha scarseggiato
Certo ce l’hanno - affatturato!
Tonio:  -  Ma non è piovuto troppo poco?!

Tutti:   -  Zitto tu!

Pipin: Il mio muletto – han fatto scappare
Ora non posso – più lavorare!
Che dirà mai - il mio Signore
Se passo in ozio – un sacco di ore?!
Tonio:   -  Ma non avevi dimenticato di legarlo?!

Tutti:    -   Zitto tu!
 Giuan: - Ho un orticello – picciol piccino
E ci tenevo – come a un bambino
Quelle stregacce – l’han fatto seccare
Io gli e la devo – fare pagare!
Tonio:     - Ma se dimenticavi sempre di annaffiarlo!

Tutti:       - Zitto tu!

Carlin:                       - Il mio buon cane – che andava a caccia
L’ha fatto sparire – qualche stregaccia!
Ora son solo – non so cosa fare,
Certo che a caccia -  non posso più andare!
Tonio:      - Ma se non ti ricordavi neanche di riempirgli la ciotola!

Tutti  (inseguendolo fino a uscire di scena, picchiandolo sulla schiena curva):
-          Zitto tu! Zitto tu! Zitto tu!

FINE I TEMPO

Nessun commento:

Posta un commento