I°
ATTO
(Radura
tra gli alberi. In mezzo, streghe di ambo i sessi sono in piedi, a semicerchio
verso il pubblico, in atteggiamento minaccioso. In mezzo, Regina Serpe mescola
con un cannello in un paiolo. Dà il via agitando il cannello e il gruppo
comincia il rap. Camminano muovendosi ritmicamente, in fila indiana,
leggermente chini in avanti, con movimenti rampanti e aggressivi, e con
cipiglio… miope. N.B. non appaiono né vecchie né brutte).
RAP
DELLE STREGHE
Noi siamo la
Congrega – del folto del bosco
Danziam là dove il
mondo – è sempre più fosco
Noi mescoliam
radici – bacche e piantine
Per preparar le
nostre – gran medicine
Con scaglie di
dragone – e denti di leone
Noi prepariamo
tutto – un gran minestrone
Noi curiam la
gente - per farla guarire
Ma possiamo anche
– farla morire.
Attenti a voi
giullari – attenti alle streghe
Attenti a voi
tutti – di questo paese
Non spariran le
streghe – siam certi abbastanza
Ma sparirà
soltanto – la vostra ignoranza!
(Terminano con un urlo e un salto. Sono
ancora in piedi. Regina Serpe fa per sedersi, ma qualcuno le indica Melina: la
streghetta ha le braccia conserte, sbuffa e batte stizzosamente il piede a
terra):
Regina
Serpe
:
- Su, Melina, che faccia scura!
Hai uno
sguardo da far paura!
Melina (rabbiosa) : - Questa
mattina, col sol che s’alzava,
mi
sentivo la pancia che brontolava!
Ascoltavo l’allodola cantare
E con
tutte le piume l’avrei potuta mangiare!
(Povera lodoletta, che è tutta piume e
ossicine! Le streghe danno la baia a Melina: ridono, saltellano e battono le
mani ritmicamente, cantando):
(Alouette…): - Lodoletta, gentil lodoletta,
… lodoletta
io ti mangerò!
(Tutti ridono additando Melina, che
dapprima sorride con una mezza smorfia, poi ride anche lei, si porta al centro
del palco e, d’in mezzo al semicerchio dei compagni, continua, seguendo un ritmo
piuttosto veloce, con aria scherzosamente feroce):
Melina : - Io ti mangerò la testa!
gli
altri :
- Io mangerò la testa!
Melina : - Io ti mangerò il cuor!
gli
altri :
- Io ti mangerò il cuor!
(Tutti, in un
girotondo molto saltellato, slanciando le gambe in alto a tempo, cantano):
-
Lodoletta,
gentil lodoletta,
Lodoletta, io ti mangerò! (bis)
(Tutti ridono, si battono le coscia con
una mano, saltellano, poi si siedono ai due lati di Regina Serpe, formando un
semicerchio rivolto verso il pubblico. Lei si guarda in giro, poi indica Petra
con gesto regale):
Regina
Serpe : -
Avanti, Petra, puoi cominciare,
sai che la
notte fa presto a passare!
Petra (sospira, poi
parla con voce stanca):
-
Con
Bugie, Cacciadiavoli e altre cose più rare
Volli
curare Sgorbio il Giullare!
Un
gran prurito lo tormentava,
e
tutto il giorno lui si grattava…
Alla
fine è quasi guarito…
E
il mio compito è infine finito!
Regina
Serpe: -
Come mai tanta stanchezza?
Su, Petra
mia, che sei una bellezza!
Petra (esplodendo rabbiosa):
-
Quel
pelandrone non ha collaborato!
Pure
il prurito gli ho provocato!
(Tutti si guardano e commentano fra loro a
bassa voce, scandalizzati e solidali. Regina Serpe sospira e scuote il capo):
Regina
Serpe : -
D’uomo gentil non c’è più semenza!
Di Regina
Serpe -(si
batte il petto)–
è la triste sentenza!
Pipetta: - Nonna cara, hai ben ragione!
Sempre più ingrate son le
persone!
Questo,
invero, è un grosso guaio:
te lo
dimostra anche il fabbro ferraio:
lui voleva guarir di vecchiezza,
rivoleva da me la sua giovinezza!
Mi ha
perfino minacciato:
l’Artiglio
del Diavolo infine gli ho dato!
Senza più
il suo mal di schiena,
Or cammina
di gran lena
Va dritto
come un soldataccio…
Ma resta
sempre un gran vecchiaccio!
Regina
Serpe: -
E
se l’avessi ringiovanito
Certo al
rogo saresti finito!
Pipetta:
- Forse le fate lo posson fare
Noi sol
con le erbe sappiamo curare!
Regina
Serpe: -
Certo,
Pipetta, se lo capisse, la gente…!
Tarlo,
continua, immantinente!
(Tarlo, quasi balbettando,
imbarazzatissimo e mettendo le mani avanti quasi scusandosi):
Tarlo: - Per aiutare Mestolone…!
Amor
Nascosto, Sigil di Salomone,
Piede di
Gallo e Berretta da Prete
Perché passi ore
liete…
E
l’infuso così preparato
A Zelda
la bella l’abbiamo dato!
(Tarlo continua in tono dolente, ignorando
lo scatto rabbioso di Zelda e il gesto di Mestolone che si copre il viso):
Ma lei
non l’amava e, oggi, non l’ama…
Forse mancavan i Baci di Dama!
Mestolone (arrabbiato e
vergognoso):
-
Io
non saprei, amico, pensare
Come
la cosa ti può riguardare!
Zelda (furiosa, con
l’aria di chi non ne può più):
-
Il
mio mal di pancia è colpa vostra?!
Certo
avete una gran faccia tosta!
Solo
le bestie dovreste curare
Perché
come loro potete pensare! (fa un gesto espressivo sulla tempia)
(Sbuffa
e brontola fra sé, poi si calma e sorride compiaciuta):
Humm…
Io ho curato da un’indigestione
Della
guardia il grosso cagnone.
Adesso
la bestia è amica mia
E
quando mi cerca non fa più la spia!
Regina
Serpe: (che finora ha cercato invano di calmare
gli animi con gesti ed esclamazioni, interviene decisa):
-
Basta,
voi! O vi trasformo in Occhi di Buoi!
Tu,
Mestolone, hai lavorato?
Mestolone: (con sollecitudine):
-
Con
molta cura mi sono impegnato!
Vuoi
sapere cos’ho combinato?
(si
accarezza il pancione, declamando entusiasta):
Pasta
al sugo di Manine
Stufato
di Mazze e Colombine,
di
Barba di Frate una frittata,
Dente
di Cane in insalata!
Poi,
per finire, un gran bel vino
Che
m’ha donato il buon Favino!
Favino: (con aria modesta):
-
Denti
di Leone ho distillato
A
primavera ci ho lavorato…
Non voglio saltar di palo in frasca, ma…
(rovescia
le tasche vuote)
ma l’uva è cara, per la mia tasca!
Regina
Serpe: (chiude un attimo
gli occhi e sbuffa):
-
Da
poeta è la fantasia,
ma
in quanto alla pancia… Mamma mia!
(si
volta verso Drusilla e chiede, in tono sarcastico):
Fors’anche
Drusilla ha cucinato?
Drusilla (con aria
virtuosa):
-
Io
il mio amico ho aiutato!
Al
simpatico Mestolone ho preparato un bel minestrone:
c’era
dentro dell’ortica, ma, da cotta, non punge mica!
Poi
abbiamo… ahem… sperimentato
Quel
che avevamo cucinato!
Regina
Serpe: (sospirando): …….. (segue)
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