martedì 26 marzo 2019

IL TESORO PERDUTO DELLE STREGHE- commedia in due atti e una Sarabanda Finale (Prima parte del I Atto)


I° ATTO

(Radura tra gli alberi. In mezzo, streghe di ambo i sessi sono in piedi, a semicerchio verso il pubblico, in atteggiamento minaccioso. In mezzo, Regina Serpe mescola con un cannello in un paiolo. Dà il via agitando il cannello e il gruppo comincia il rap. Camminano muovendosi ritmicamente, in fila indiana, leggermente chini in avanti, con movimenti rampanti e aggressivi, e con cipiglio… miope. N.B. non appaiono né vecchie né brutte).

RAP DELLE STREGHE

Noi siamo la Congrega – del folto del bosco

Danziam là dove il mondo – è sempre più fosco

Noi mescoliam radici – bacche e piantine

Per preparar le nostre – gran medicine

Con scaglie di dragone – e denti di leone

Noi prepariamo tutto – un gran minestrone

Noi curiam la gente - per farla guarire

Ma possiamo anche – farla morire.

Attenti a voi giullari – attenti alle streghe

Attenti a voi tutti – di questo paese

Non spariran le streghe – siam certi abbastanza

Ma sparirà soltanto – la vostra ignoranza!

(Terminano con un urlo e un salto. Sono ancora in piedi. Regina Serpe fa per sedersi, ma qualcuno le indica Melina: la streghetta ha le braccia conserte, sbuffa e batte stizzosamente il piede a terra):

Regina Serpe :      - Su, Melina, che faccia scura!

                                        Hai uno sguardo da far paura!

Melina (rabbiosa) :     - Questa mattina, col sol che s’alzava,

                                         mi sentivo la pancia che brontolava!

                                         Ascoltavo l’allodola cantare

                                         E con tutte le piume l’avrei potuta mangiare!

(Povera lodoletta, che è tutta piume e ossicine! Le streghe danno la baia a Melina: ridono, saltellano e battono le mani ritmicamente, cantando):

(Alouette…):            -  Lodoletta, gentil lodoletta,

                                    … lodoletta io ti mangerò!

(Tutti ridono additando Melina, che dapprima sorride con una mezza smorfia, poi ride anche lei, si porta al centro del palco e, d’in mezzo al semicerchio dei compagni, continua, seguendo un ritmo piuttosto veloce, con aria scherzosamente feroce):

Melina       :          - Io ti mangerò la testa!

gli altri   :             - Io mangerò la testa!

Melina       :          - Io ti mangerò il cuor!

gli altri       :         - Io ti mangerò il cuor!

(Tutti, in un girotondo molto saltellato, slanciando le gambe in alto a tempo, cantano):

-         Lodoletta, gentil lodoletta,

                                     Lodoletta, io ti mangerò! (bis)

(Tutti ridono, si battono le coscia con una mano, saltellano, poi si siedono ai due lati di Regina Serpe, formando un semicerchio rivolto verso il pubblico. Lei si guarda in giro, poi indica Petra con gesto regale):

Regina Serpe :       -  Avanti, Petra, puoi cominciare,

                                    sai che la notte fa presto a passare!
Petra (sospira, poi parla con voce stanca):

-         Con Bugie, Cacciadiavoli e altre cose più rare

Volli curare Sgorbio il Giullare!

Un gran prurito lo tormentava,

e tutto il giorno lui si grattava…

Alla fine è quasi guarito…

E il mio compito è infine finito!

Regina Serpe:        -  Come mai tanta stanchezza?

                                     Su, Petra mia, che sei una bellezza!

Petra (esplodendo rabbiosa): 

-         Quel pelandrone non ha collaborato!

Pure il prurito gli ho provocato!

(Tutti si guardano e commentano fra loro a bassa voce, scandalizzati e solidali. Regina Serpe sospira e scuote il capo):

Regina Serpe :       -   D’uomo gentil non c’è più semenza!

                                    Di Regina Serpe -(si batte il petto)– è la triste sentenza!

Pipetta:                   -   Nonna cara, hai ben ragione! Sempre più ingrate son le
                                     persone!

                                    Questo, invero, è un grosso guaio:

                                     te lo dimostra anche il fabbro ferraio:

                                     lui voleva guarir di vecchiezza,

                                     rivoleva da me la sua giovinezza!

                                     Mi ha perfino minacciato:

                                     l’Artiglio del Diavolo infine gli ho dato!

                                     Senza più il suo mal di schiena,

                                     Or cammina di gran lena

                                      Va dritto come un soldataccio…

                                      Ma resta sempre un gran vecchiaccio!

Regina Serpe:         -   E se l’avessi ringiovanito

                                      Certo al rogo saresti finito!

Pipetta:                    -   Forse le fate lo posson fare

                                      Noi sol con le erbe sappiamo curare!

Regina Serpe:          -   Certo, Pipetta, se lo capisse, la gente…!

                                       Tarlo, continua, immantinente!

(Tarlo, quasi balbettando, imbarazzatissimo e mettendo le mani avanti quasi scusandosi):

Tarlo:                        -  Per aiutare Mestolone…!

                                       Amor Nascosto, Sigil di Salomone,

                                       Piede di Gallo e Berretta da Prete

                                       Perché passi ore liete…

                                       E l’infuso così preparato

                                       A Zelda la bella l’abbiamo dato!

(Tarlo continua in tono dolente, ignorando lo scatto rabbioso di Zelda e il gesto di Mestolone che si copre il viso):

                                        Ma lei non l’amava e, oggi, non l’ama…

                                         Forse mancavan i Baci di Dama!

Mestolone (arrabbiato e vergognoso):

-         Io non saprei, amico, pensare

Come la cosa ti può riguardare!
Zelda (furiosa, con l’aria di chi non ne può più):

-         Il mio mal di pancia è colpa vostra?!

Certo avete una gran faccia tosta!

Solo le bestie dovreste curare

Perché come loro potete pensare! (fa un gesto espressivo sulla tempia)

(Sbuffa e brontola fra sé, poi si calma e sorride compiaciuta):

Humm… Io ho curato da un’indigestione

Della guardia il grosso cagnone.

Adesso la bestia è amica mia

E quando mi cerca non fa più la spia!

Regina Serpe:  (che finora ha cercato invano di calmare gli animi con gesti ed esclamazioni, interviene decisa):

-         Basta, voi! O vi trasformo in Occhi di Buoi!

Tu, Mestolone, hai lavorato?  

Mestolone: (con sollecitudine):

-         Con molta cura mi sono impegnato!      

Vuoi sapere cos’ho combinato?

(si accarezza il pancione, declamando entusiasta):

Pasta al sugo di Manine

Stufato di Mazze e Colombine,

di Barba di Frate una frittata,

Dente di Cane in insalata!

Poi, per finire, un gran bel vino

Che m’ha donato il buon Favino!
Favino: (con aria modesta):

-          Denti di Leone ho distillato

A primavera ci ho lavorato…

 Non voglio saltar di palo in frasca, ma…

(rovescia le tasche vuote) ma l’uva è cara, per la mia tasca!
Regina Serpe: (chiude un attimo gli occhi e sbuffa):

-         Da poeta è la fantasia,

ma in quanto alla pancia… Mamma mia!

(si volta verso Drusilla e chiede, in tono sarcastico):

Fors’anche Drusilla ha cucinato?

Drusilla (con aria virtuosa):

-          Io il mio amico ho aiutato!

Al simpatico Mestolone ho preparato un bel minestrone:

c’era dentro dell’ortica, ma, da cotta, non punge mica!

Poi abbiamo… ahem… sperimentato

Quel che avevamo cucinato!

Regina Serpe: (sospirando):  …….. (segue)


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